il fiammifero. Lei aspira, poi tossisce.
“Stai bene?” le chiede, poggiandole una mano sulla schiena, segno di una premura sincera – è un bravo ragazzo e vuole che lei lo sappia. È piacevole, comunque, il tocco della sua mano.
Lei annuisce e gli passa la canna.
“Come te la sei procurata?”
“Diciamo che ho i miei metodi.”
Si avvicina, le sussurra all’orecchio: “Mi piacciono i tuoi metodi.” Le bacia il collo. Lei sente il corpo scosso dai brividi, ma si scrolla di dosso quel fremito di piacere. Finita la canna, getta il mozzicone a terra.
“Non vuoi proprio dirmelo dove l’hai presa?”
“Be’…”
“Quanti segreti, Alison.” Le afferra una ciocca di capelli e se la avvolge intorno al dito.
“Niente di che, comunque. Me l’ha data Edwin,” lo dice come si darebbe la notizia meno interessante del mondo.
“Ah,” diventa serio. “Be’, buon per noi. Dovremo ringraziarlo.” Le scosta i capelli dalla nuca e la bacia di nuovo.
“Devo andare,” dice lei. Gli dà un bacio, rapido e delicato, sulle labbra.
“Dai, perché non…”
“Shhh,” interrompe lei. È la protagonista di un film che conosce a memoria. “Più tardi, vengo a cercarti io.”
Fa per allontanarsi, ma lui la trattiene per la mano.
“Dove?” domanda.
Lei accenna un sorriso. “Promesso.”
Alison vi sembra tanto terribile? Ammetto che, pur mettendomi nei suoi panni, a volte mi viene voglia di darle una svegliata. Trovo che i suoi giudizi martellanti sui nostri genitori e gli altri ospiti del resort siano moralisti e indisponenti, soprattutto le sentenze sul ragazzo biondo, che in pratica è il suo alter ego: brillante, privilegiato, affascinante e raffinato quanto basta da saper essere autoironico su tutti questi aspetti. Ed è altrettanto sconfortante il modo in cui dispensa Edwin e Clive da qualsiasi critica. Il bisogno disperato della loro approvazione, delle loro attenzioni, la necessità impellente di fargli capire che lei non è come tutte le persone così perbene che popolano il suo mondo, anzi, è meglio di loro.
Una cosa però non mi torna: la presunzione di Alison era quella tipica di ogni adolescente, oppure c’era qualcosa di più oscuro? Il suo era un atteggiamento normale o problematico? Quale destino la attendeva mentre provocava il ragazzo biondo e ballava da Paulette e nuotava fino agli scogli neri nella spuma gonfia di pioggia? Chi era?
Mentre la Vauxhall Astra (quanto le piace quel nome!) color melanzana borbotta su Mayfair Road, lei osserva la sua ultima serata a Saint X sovrastarla come un cielo gremito di stelle. Avverte le promesse della notte nel prurito che la tappezzeria le provoca dietro le cosce e nella radio che spara Bombastic. Indossa un top turchese che lascia scoperta la schiena e una minigonna di jeans; è una ragazza dell’isola, che vola via da Connecticut alla velocità della luce. “Non credo di uscire stasera, Nika. Negli ultimi tempi le feste del campus sono una noia mortale, a essere sincera.”
Fa caldo da Paulette. Il sudore le imperla la pelle. “Offritemi da bere.” Butta giù un cicchetto di rum, poi un altro, e avanza impettita sulla pista. Oscilla i fianchi e si stringe a Edwin, poi piroetta verso un Clive esitante, avanti e indietro. Irresistibile. Si osserva da fuori, da un punto lassù in mezzo alla coltre di stelle, la storia della sua vita è già scritta e a lei non resta che lasciarsi guidare per diventare se stessa.
Dopo qualche drink, Clive non è più così incerto. Quando ballano le stringe i fianchi.
“Attento a te, Goges!” urla Edwin.
Clive sogghigna.
Lei fa l’occhiolino a Edwin e si stringe ancora di più a Clive.
Le sue mani, maldestre e impazienti, le smuovono qualcosa dentro. Mentre ballano, lo sguardo di Clive si sposta dal suo seno al pavimento a Edwin al soffitto, senza mai posarsi, quasi che fissare una cosa per troppo tempo significhi invocare una punizione. Le appare l’immagine, un neonato dai riccioli umidi e le ciglia nere e lunghissime.
Solo allora capisce. Non vuole soltanto Edwin. Li vuole tutti e due insieme, la forza di due uomini così diversi tra loro, che hanno occhi solo per lei. Balleranno ancora qualche minuto, poi dirà: “Andiamocene da qui.” Raggiungeranno una spiaggia deserta, oppure s’intrufoleranno in una camera libera dell’Indigo Bay o magari lo faranno sul retro del locale, sulla striscia incolta di erba e sabbia che costeggia il parcheggio, nascosti dietro un vecchio furgone scalcagnato. Con Edwin filerà tutto liscio. Anche mentre lo farà, fantasticherà di dire a Nika: “Non è andata male, ma niente d’indimenticabile, per intenderci.”
Poi si dedicherà a Clive. Si solleverà sulle punte e lo bacerà sulla bocca. Lui la sorprenderà. Se lo aspetta timido e impacciato, ma dovrà