riusciresti a distinguere altri suoni neanche volendo. Il sottobosco è una distesa di felci e rampicanti e radici, alberi che si ergono a formare una volta quasi impenetrabile, su in alto (alberi di kapoc, sono lì da secoli). Dopo circa un chilometro, si ritrovano all’improvviso su un altopiano arido, tra boscaglia argentea e cactus e polvere, un po’ come quando un sogno s’interrompe e ne comincia subito un altro. Un paio di alberi spogli, nodosi, sbucano dalla terra spaccata, tutti brulli e rinsecchiti. Tra i cespugli, un andirivieni frenetico di lucertole che paiono fatte d’aria secca. Una farfallina bianca svolazza sulla terra riarsa.
Poco distante dal sentiero, un gruppetto di capre bela e bruca nella macchia.
“Che schifo,” dice l’attore.
“Io le trovo adorabili.”
“Per me tu sei adorabile.”
Non saprebbe spiegare nemmeno lui se lo dice perché ci crede davvero o perché non ci crede ma vorrebbe o banalmente perché sa che lei vuol sentirsi dire cose del genere.
Il sentiero s’insinua di nuovo nella selva fitta e umida. Sente l’odore della vegetazione, del suolo, della roccia bagnata. Percepisce lo scroscio dell’acqua. Sono vicini.
Superano una curva ed eccola. L’acqua che scivola sulle rocce è tutta scintilli e vapore. Si tuffa in una piscina perfettamente circolare e cristallina. Ai margini, il muschio riveste le pietre di vegetazione appena spuntata e ovunque sbocciano fiori bianchi, il cui profumo è appena diffuso dalla bruma della cascata. Allora lui ha come la sensazione di trovarsi di fronte a uno spettacolo che non gli è concesso ammirare, e forse è vero che alle volte c’è troppa bellezza, così tanta da impedirti di andare avanti.
“Ti piace?” gli domanda la fidanzata. Nota un certo compiacimento nella sua voce e avverte l’urgenza ormai familiare di scoparsela a sangue per giorni. Ma poi la guarda e si accorge che ha gli occhi gonfi di lacrime. Ride di sé, le asciuga. “Lo so, sono una scema.”
È stato ingiusto con lei. Vuole solo vederlo felice. È davvero così terribile? La stringe tra le braccia, sentendone la presenza tangibile. Che cazzo c’è di sbagliato in lui? Qual è il problema? La guida fino alla sponda, stringendole il braccio per evitare che scivoli sulle rocce viscide, ed entrano in acqua. Lui si arrende. Nuotano fino al centro della piscina. L’acqua è così limpida e pulita che arrivi quasi a capire come, dopo un battesimo, potresti rinascere a nuova vita. Tiene le mani premute e la colpisce con gli schizzi.
“Ehi,” schizza anche lei.
L’abbraccia forte. “Sei mia.”
Lei strilla e scalcia e protesta gioiosa. “Lasciami! Lasciami!”
“Mai.” Fa una tacita promessa. D’ora in avanti dirà, farà e le darà qualunque cosa lei desideri.
Nuotano fino alla cascata. Offrono la testa al getto e si lasciano colpire. Scivolano dietro la coltre d’acqua. Si baciano. Le gli va incontro ma lui scuote la testa.
“Appoggiati,” dice. Le sostiene il collo mentre si appoggia alla roccia bagnata. Quando viene, i suoi gemiti si perdono nel fragore.
Poi si lasciano galleggiare sulla superficie, nudi ed esausti.
“Ci staranno aspettando,” dice lui infine.
“Dobbiamo proprio andare?” risponde imbronciata.
Raggiungono di nuovo la sponda.
A distanza di anni, la ragazza, che nel frattempo avrà collezionato una relazione dopo l’altra con parecchie star di Hollywood, pubblicherà un memoir (la quarta di copertina prometterà “i dettagli più scabrosi della vita di alcuni degli uomini più importanti d’America”). Nel capitolo sull’attore, quei dettagli non tralasceranno la talassofobia e le svariate dipendenze da farmaci, lascito di un’infanzia priva di amore. Va da sé che il libro racconterà di questo giorno: il giro in barca sull’acqua color topazio dell’isolotto, il canto degli uccelli e le capre, la cascata e l’istante in cui, appena prima di andarsene, abbassò lo sguardo e intravide un braccio gonfio e pallido riemergere dal fondale, come paralizzato nell’atto di richiamare qualcuno.
“Perché il pollo ha attraversato la strada?”
“Per dare all’agente Roy qualcosa da fare.”
È una battuta che va forte da queste parti e io non me la prendo. Su quest’isola la polizia si occupa perlopiù di fatti marginali. Il signor Tizio che ha abbattuto l’albero di mele del signor Caio. Una rissa al Papa Mango. Floyd Vanterpool beccato di nuovo a guidare il taxi senza licenza. Però ogni anno vediamo diversi casi di violenze domestiche.
In pratica il mio lavoro consiste nell’aiutare i nostri ragazzi a crescere al sicuro e a diventare cittadini onesti, e mi piace così. Tutti gli anni, alle elementari, tengo una lezione sulla sicurezza stradale in bici. Per la dimostrazione uso una piccola bicicletta rosa con le stelle filanti appese al manubrio, e la cosa suscita sempre grasse risate. I bambini mi vedono per