affrontando,” aggiunge la moglie. Si mette una mano sulla pancia come per proteggerla; è incinta di quattro mesi, questo viaggio è il gran finale prima che la loro vita cambi per sempre. Intreccia l’altra mano con quella del marito e gliela stringe, un gesto che significa “Potrebbe succedere anche a noi”. Anche il marito le stringe la mano, come per assicurarle che non accadrà e che, in generale, questo episodio non è un presagio di sventura, né una specie di messaggio foriero di notizie terribili. (Alla lunga avrà ragione. Spesso, nei decenni a venire, mentre sarà alle prese con il figlio che cresce e le piccole rogne quotidiane, la moglie si ritroverà a pensare alla vacanza rovinata come a una benedizione misteriosa; perché per quanto suo figlio si dimeni, per quanto la metta alla prova, la ferisca, non è niente in confronto al ricordo indelebile delle urla strazianti di un’altra madre.)
Il manager assegna alla coppia una villa privata.
Gli altri ospiti fanno del loro meglio per trovare il giusto equilibrio tra preoccupazione e spensieratezza. A ben pensarci, neanche la conoscono quella ragazza. Nella loro premura si nasconde un pizzico di esaltazione. I pettegolezzi corrono.
“Gira voce che la polizia stia interrogando il biondino.”
“Avete saputo che stanno parlando con lo smilzo e il ciccione?”
“Pare che un agente li abbia fermati proprio la sera in cui la ragazza è scomparsa. Sembra che abbiano passato la notte in prigione.”
“Capita sempre a quelle carine, vero?”
Le ricerche mettono l’isola a soqquadro. Ai membri del servizio civile vengono concessi dei giorni liberi per dare una mano. I monoelica, messi a disposizione da un’isola più grande, setacciano le acque basse. La laguna dove, solo qualche giorno fa, la ragazza ha ammirato il biondo che colpiva palle da golf viene battuta invano.
Le ricerche però forniscono la soluzione ad altri misteri, più antichi. Nel boschetto che costeggia uno stagno salato, riemerge il corpo di un cane da compagnia scomparso la scorsa stagione durante una tempesta. Nel parcheggio polveroso alle spalle del Paradise Karaoke viene ritrovata una fede. In una grotta calcarea di Carnival Cay, un agente doganale scopre un taccuino nero su cui sono registrati i debiti di un uomo che l’anno scorso ha lasciato l’isola senza dare spiegazioni. Ma di Alison nessuna traccia.
Il terzo giorno, quando il capo della polizia bussa alla loro porta e comunica gli aggiornamenti, il padre si guarda intorno – il pavimento di marmo, l’orchidea scarlatta nel vaso bianco, il letto a baldacchino – con un’espressione nervosa e assente, come se vedesse ogni logica sgretolarglisi proprio sotto il naso. “Non capisco. Perché ci mettete così tanto? Lei dov’è?”
“Le assicuro che stiamo impiegando ogni risorsa disponibile. I nostri agenti fanno turni di quindici ore. Ci stiamo coordinando con il Federal Bureau of Investigation. Le squadre di soccorso di tre isole e una nave pattuglia della marina inglese sono impegnate nella ricerca di vostra figlia.”
“Ma l’isola è minuscola. Non capisco.” Gela con lo sguardo il capo della polizia. “Perché cazzo non riuscite a trovarla?”
L’attore ha ceduto, con riluttanza, alla richiesta della fidanzata di noleggiare una barca per Faraway Cay. Mentre solcano il mare, lui tiene gli occhi chiusi e ascolta la donna chiacchierare con il capitano. (“Adoro il reggae. Tutta la spiritualità rasta, sa. L’ho sempre trovata così affascinante.” “Io sono di L.A. ma lui” lo sta indicando, lo sa “è cresciuto in una piccolissima cittadina del Kentucky.” Sempre la stessa storia, tira in ballo il Kentucky con chiunque. La cosa lo ferisce. Ha avuto un’infanzia difficile. Sa che se glielo chiedesse la smetterebbe, ma non ne capirebbe il motivo, allora preferisce evitare.) Ogni volta che la barca sbatte contro un’onda lunga, il tempo diventa un cubo di vetro che lo imprigiona.
L’isolotto si trova a pochissime miglia dalla costa, la traversata dovrebbe durare solo cinque minuti, ma a lui sembrano molti di più. Gettano l’ancora al largo, così è costretto a scendere dalla scaletta di metallo della barca e guadare nell’acqua bassa; dà le spalle al mare aperto, puntando dritto alla terraferma. Ha ragione lei, è bellissimo. Le scogliere sono ricoperte di vegetazione, un verde talmente intenso che sembra sprigionare vibrazioni. La spiaggia è una mezzaluna di sabbia così abbacinante che deve coprirsi gli occhi. Le palme si curvano verso l’esterno in segno di benvenuto.
Mentre gli addetti allestiscono un picnic privato, l’attore e la fidanzata imboccano il sentiero interno che conduce alla cascata. Perso di vista l’oceano, l’uomo ritorna in sé. All’inizio si inerpicano in salita nella vegetazione umida, il canto degli uccelli è così fitto che non